“… Con le ali dell’Anima spiegate al vento manifesto l’essenza della mia stessa esistenza …”

di Andrea Sardi

CAFE’ DOMINGUEZ – Questa non è una charla qualunque: ti accompagnerà fino a metà del prossimo mese, così come, mese dopo mese, ormai da tre anni è stato. Da qui ad allora sarà l’attesa del Natale, piena di amore e di nostalgia; saranno la gratitudine profonda per quel che di bello, a volte inaspettato, l’anno che sta per concludersi ci ha donato e la speranza che i nostri sogni si realizzino nel nuovo. Non è possibile, materialmente, che io scambi con te un abbraccio, un dono simbolico. Così, che questa charla racchiuda il mio abbraccio, il mio augurio ed il mio dono. Se mi chiedi cosa sia più importante di tutto in questa vita, ti rispondo senza esitazione: la Libertà. Lo è ancor prima dell’Amore, poiché senza Libertà non v’è Amore. Nasciamo schiavi dell’Ego e dei suoi mostruosi figli: la Paura e il Piacere. L’Ego ci porta ad identificarci con ciò che pensiamo di dover essere, o che addirittura pensiamo sia giusto essere per compiacere gli altri, che sia la società in genere, o i genitori, o la persona con la quale pensiamo sia giusto accompagnarci e da loro ottenere accettazione, approvazione, conforto. Pensiamo con la voce dell’Ego, facendo tacere la voce dell’Anima, così trasformandoci in una vuota parodia, in un feticcio di carta, in un manichino in vetrina.

… e tu appari, come nel feticcio di un manifesto pubblicitario, spacciandomi un’altra illusione e il cuore si rimette in gioco, mentre mi vendi l’ultimo scampolo di giovinezza e mi porgi di nuovo la croce… Ma cosa? Sì le tue cose ci sono, ma tu non ci sei, perché ormai sei qualcosa per tutti, come un manichino in vetrina… ” [Afiches, Tango, Música: Atilio Stampone, Letra: Homero Expósito]

Schiavi dell’Ego e dei sui figli, si finisce con l’indossare una maschera di perfezione e perbenismo che risponde solo ad una morale volgare, senza alcuna radice mistica o etica, priva persino di logica. E’ solo puro conformismo, triste gabbia che imprigiona l’Anima.

No… Non è l’azzurro del cielo, né è sincero il tuo candore, né infine vera la tua giovinezza. Tu compri il carminio e il fondotinta che poi riluce sulle tue guance, e colori gli occhi con il verde per riempire d’amore la tua maschera di argilla… Bugie… le tue virtù sono bugie, il tuo amore e la tua bontà e persino la tua giovinezza. Bugie…Hai truccato il tuo cuore! Bugie spietate! Che tristezza d’amore!” [Maquillaje, Tango, Música: Virgilio Expósito, Letra: Homero Expósito].

L’Ego ci porta ad indossare la maschera per compiacere, essere accettati dal mondo e partecipare all’allettante banchetto che il Piacere ha preparato: ruolo e possibilità di ostentarlo, benessere, se non addirittura ricchezza. Insomma, quel quadretto edificante da esibire come un lasciapassare per ottenere in cambio l’accettazione di chi ci ha spinti su quella china o persino addestrati allo scopo: ottenere una bella casa, un bel lavoro, un bel compagno da esibire, pura estetica senz’Anima. L’Anima è lì, che freme, che vorrebbe imporsi, che a momenti vorrebbe persino lasciare la gabbia di un corpo dominato dall’Ego, e la sua voce chiede triste “Cosa ci faccio, in questo mondo?”, ma se pur non cede alle lusinghe del Piacere, spesso è soggiogata dalla Paura: paura di non essere approvati, accettati, confermati. Paura della solitudine e di non farcela senza l’appoggio di chi, in cambio di questo, pretende che l’Anima non la si ascolti. Vivere schiavi dell’Ego, soggiogati dalla Paura, corrotti dal Piacere? O liberarci da questo padrone e dai suoi mostruosi figli, per vivere veramente? Io la mia scelta l’ho fatta ed in ogni momento la rivivo. E’ una scelta di Libertà. Libertà dalla Paura, che porta altri a sfuggire le prove che la vita ci pone, cercando conforto tra le ingannevoli braccia del Piacere. Libertà dalla Paura del dolore, dalla Paura di perdere gli averi materiali e più ancora paura di perdere gli affetti più cari, poiché in entrambi, se ci pensi bene, finiamo con l’identificarci e, ad esserne privati, ci pare di perdere noi stessi. Oh, c’è chi sa bene questo, e ad ogni nostro passo verso la Libertà usa questa Paura per tenerci incatenati, per impedire alla nostra Anima di seguire il proprio destino, la propria volontà. “E’ per il tuo bene”, ci dicono persino, strattonando la catena ad ogni nostro tentativo di scegliere, di intraprendere il nostro cammino seguendo la voce della nostra Anima. La scelta che sembra esserci, per il nostro bene, è tra obbedire ad una volontà non nostra, in cambio dell’approvazione, dell’accettazione, o seguire la nostra Anima e rischiare di perdere quel legame (catena) che ci nega la Libertà. Oh se c’è da lottare, per essere liberi! Ma non lottare con gli altri, bada bene, anche se sembrano loro a negarti la libertà, con il loro giudizio, con la loro morale, le loro sentenze. Si deve prima di tutto fronteggiare il proprio Ego.

Già nel suo grembo mia madre me lo raccontò: “Essere liberi … non si può comprare, né può essere un regalo o un favore.”… Da bambino adoravo la Libertà, desiderandola crescevo. La mia Libertà, donna del tempo e della luce. La amo fino al dolore e alla solitudine… La mia Libertà mi dice, di tanto in tanto, nel mio cuore, che siamo felici solo quanto vogliamo esserlo … La mia Libertà si offende se ho paura di essere felice… ”. [Libertango, Música: Astor Piazzolla, Letra: Horacio Ferrer]

Già, amo la Libertà sino al dolore e alla solitudine… poiché desiderandola crescevo, perché è così che si diventa Donna o Uomo: desiderando la propria Libertà ed affermandola anche a costo di dispiacere e di sentirsi soli. In fondo, siamo felici solo quando vogliamo esserlo. Ha senso rinunciare alla propria Libertà per Paura di ferire o di soffrire? Il dolore è connesso con il cambiamento, con la nascita e la crescita, connesso con la vita. Al momento della cacciata dal Paradiso Terrestre Dio disse ad Eva: “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli” e ad Adamo: “Con dolore ne trarrai [dalla terra] il cibo per tutti i giorni della tua vita… ” [Genesi 3:16].
A volte il tuo Ego ti chiederà se sia giusto il dispiacere che provochi in chi limita la tua Libertà, disobbedendo alle sue regole (domanda infida ed ipocrita, poiché il tuo Ego, che domina la tua mente, ti vuole schiavo!) o se sia giusto il senso di colpa che provi di riflesso allontanandoti da un volere non tuo (qui è la figlia dell’Ego che parla, la Paura: paura di perdere il legame). La mia Anima ti chiede se sia giusto il dolore che infliggi alla tua Anima, che si sente frustrata, ferita, per la libertà negata, quell’Anima che si sente fuori posto, lontana dal suo vero cammino. La risposta è già nelle domande, non credi? O forse ha senso tradire la propria Anima per paura di… (mettici tu di cosa, perché tanto so che l’elenco sarà lungo) o per inseguire il Piacere, fosse anche il misero piacere di una vita tranquilla, senza scossoni, una di quelle vite alla fine delle quali ti chiederai, senza aver più tempo per un rimedio, senza più speranza: “Perché non ho lasciato parlare la mia Anima?!”.
Per quanto mi riguarda… “Ho vissuto inciampando, girando per il mondo e realizzando il mio destino… E nelle pozzanghere di questa strada l’esperienza mi ha aiutato … anche perché ho capito che nella vita chi ha paura di sciuparsi le scarpe, altro non può fare che camminare in ginocchio… e così, nelle cose dell’Amore, anche se ho ancora da imparare, nessuno ne sa più di me…” [Qué me van a hablar de amor, Tango 1946, Música: Héctor Stamponi, Letra: Homero Expósito].

Non è facile, lo so: l’Ego arrovella la mente, mascherato da razionalità pone mille infide domande che hanno il solo scopo di ritardare il più possibile ogni decisione o di evitarla, che poi è decidere di restare suoi schiavi. Non è facile perché “Essere liberi non può essere comprato né è un regalo o un favore“. La Libertà te la devi guadagnare, devi assumerti delle responsabilità, devi camminare sulle tue gambe, forse dovrai anche accogliere, per un tempo, dolore e solitudine.

La ragione chiede sempre: quando? L’Anima dice: presto. E non voglio più aspettare… Quello che ho imparato tra dolore e le lacrime è che l’unico modo per coprire una distanza è camminare… Non devo restare a guardare, perché so quello che posso. E posso, perché scelgo e non resto immobile. Perché sto vincendo la paura, perché la mia Anima vuole andare. “Quando?” Continuavo a dire “Come?”. Potrei non raggiungere, lo so, tanti sogni lontani. Ma con i sogni ho illuminato il mattino più limpido… Libero, continuerò per la mia strada che con questa luce illumino. E canto mentre cammino…” [Y voy cantando al andar, Milonga, Música: Carmen Guzmán, Letra: Héctor Negro]

Che poi, la Paura … altro non è che Paura di Vivere.
La paura di vivere è signora e padrona di molte altre paure, voraci e piccole, che generano una sorda angoscia che a volte spunta senza motivo, e cresce sempre di più annegando il cuore. Le paure che inventiamo ci avvicinano tutti perché abbiamo paura insieme, fianco a fianco… paura di essere derubati dell’amore e di quel pane che guadagniamo con sudore e coscienza…” [El miedo de vivir, Tango 1973, Música: Eladia Blázquez, Letra: Eladia Blázquez].

E’ paura di tornare a soffrire, come già accaduto in passato. Così, per assurdo, siamo noi stessi ad incatenarci! Incatenarci al passato!
Ti prego lasciami, ho paura di trovarti, perché c’è qualcosa nella mia esistenza che non posso dimenticare… Ho paura dei tuoi occhi, ho paura di baciarti, Ho paura di amarti e di ricominciare da capo. Sii buona… Non cercarmi… Allontanati da me… Forse in un altro amore troverai la tua redenzione… Lo sai che non voglio che le mie parole ti offendano… Ho solo molta paura che il mio cuore ceda!” [Tengo miedo, Tango 1928, Música: José María Aguilar, Letra: Celedonio Flores]

Ti ho visto passare ieri, con il tuo vestito bianco, radiosa come il sole d’aprile, di un caldo mezzogiorno, mentre il rossore fioriva sul tuo viso, come il pomeriggio in cui ti parlai d’amore. Ti ho vista passare ieri, bella come sempre. Avrei voluto correrti dietro, raccontarti tutta la mia gioia… Paura, avevo paura Paura di aprire la mia ferita, E come mai prima nella vita Mi veniva da piangere. Avrei voluto gridarti: torna indietro! Torna indietro, sei mia, Ma una voce nascosta mi ha detto:Lasciala passare”. [Miedo, Vals, 1940, Música: Eladio Blanco, Letra: Iván Casadó ]

Arrendersi alla Paura e fuggire dall’Amore, magari cercando un’evasione, uno svago, una consolazione, uno stordimento nel Piacere? Arrendersi alla Paura della non accettazione, della non approvazione e calarci, come un feticcio di carta _ l’impeccabile personaggio di un manifesto pubblicitario _ nel ruolo che gli altri approveranno facendoci sentire realizzati? Divenire uno statico manichino da vetrina? Oppure…
… Con le ali dell’anima spiegate al vento, manifesto l’essenza della mia stessa esistenza senza cedere, e mi dico continuamente che posso e muoio di paura, ma vado ancora avanti…. Con le ali dell’anima spiegate al vento, perché apprezzo la vita nella sua giusta misura, reinvento l’amore vivendo ogni attimo, e gioendo di ogni tentativo so di raggiungere la vetta, con le ali dell’anima spiegate al vento…” [Con las alas del Alma, 1995, Música: Daniel García, Letra: Eladia Blázquez]

Io ho risposto vivendo, amando senza Paura, lottando dove era necessario lottare. E così vivrò, fino al mio ultimo giorno, perché la mia Anima sa dominare Paura e Piacere, sa tenere a bada il mio Ego. Si avvicinano giorni particolari, per tanti di noi. Per me, tornano gli ultimi giorni trascorsi con mio padre. Ci siamo confrontati spesso e non sempre siamo stati d’accordo. Ma alla fine mi ha sempre detto: “Fai come ti senti, è la tua vita” e sempre mi ha confermato, anche e non era d’accordo, il suo Amore. Mia madre mi ha donato la Vita, mio padre la Libertà. Due giorni prima di tornare tra le Anime pure, due giorni prima della Natività, mio padre mi porse il suo regalo di Natale, quasi sapesse che proprio in quel giorno avrebbe lasciato questa vita terrena. Conservo quel dono e quel gesto nel mio cuore come fosse adesso. Eppure, il suo dono più grande fu di insegnarmi, con l’esempio, ad essere libero.

Buon Natale, buon nuovo anno.
Questo il mio augurio, il mio dono per te.

© Andrea Sardi RIPRODUZIONE RISERVATA

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